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Channel: Corriere dello Spettacolo
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Riceviamo da Angelo Longoni, importantissimo regista e autore teatrale, l’avviso di un progetto interessante

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ACTION pro è una scuola di progetti e di approfondimenti professionali di alta qualità professionale che esplicita il proprio modo di intendere la recitazione e la regia attraverso corsi e seminari che mirano alla realizzazione concreta di eventi teatrali e cinematografici altamente professionali.
Il nuovo progetto teatrale prevede la realizzazione di un laboratorio di recitazione finalizzato all’ allestimento di un importante evento teatrale, con la regia di Angelo Longoni, che allestirà, per la prima volta contemporaneamente, i due drammi di William Shakespeare ispirati alla storia antica di Roma: “Giulio Cesare” e “Antonio e Cleopatra”, al quale parteciperanno anche gli allievi del corso.
La selezione dei partecipanti al laboratorio avverrà tramite audizione il 15 ottobre alle ore 15 presso il Teatro PortaPortese di Roma.
Gli interessati dovranno presentare alla commissione esaminatrice un monologo di 3 minuti prenotando il provino al seguente indirizzo email: illavorodellattore@gmail.com entro il 13 ottobre 2015.
Il laboratorio realizzerà un percorso di pratica e approfondimento attoriale per scoprire le peculiarità interpretative e le attitudini di ogni partecipante. Si approfondiranno quindi le tecniche di recitazione per il pubblico vivo in sala e per la macchina da presa.
Il progetto si distingue, nel multiforme panorama delle scuole di recitazione, per la presenza di professionisti di alta qualità e per l’attitudine a finalizzare ogni attività formativa alla realizzazione di un momento spettacolare “professionale”, mettendo in luce le attitudini di ciascuno dei partecipanti per scegliere coloro che parteciperanno all’ allestimento finale.


P.L.

Intervista all'imprenditrice italo-brasiliana Leandra Pavorè. Di Luca Treccia

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Cari lettori del Corriere dello Spettacolo, oggi abbiamo il piacere di avere con noi una grande donna, imprenditrice italo-brasiliana con un vivo talento per la scrittura, Leandra Pavorè.

Ciao Leandra, parlaci dei tuoi esordi. Sogni e aspirazioni di te bambina. Cosa sognavi di fare da grande?

Ho sempre sognato in grande, anche quando le difficoltà della mia famiglia avrebbero scoraggiato chiunque, soprattutto una bambina, ma io guardavo lontano e mi vedevo “arrivata”. Attraverso le pagine del mio romanzo, autobiografico appunto, è possibile comprendere quelli che sono stati i momenti più importanti del mio percorso.
Sicuramente l'impatto col mondo esterno e le difficoltà mi hanno temprata e resa più forte.

Come e quando è iniziata la tua passione per la letteratura?

Ho sempre avuto la passione per l'arte e la scrittura. Purtroppo in Brasile non ho avuto la possibilità di dedicarmi allo studio sistematico, perché dovevo aiutare mia madre, vedova, ad accudire i miei fratelli e a gestire la casa.
È in Italia che ho potuto avvicinarmi al mondo della cultura e dei libri. Nonostante abbia riscontrato da sempre la difficoltà di trovare il tempo e la concentrazione giusti per scrivere per la moltitudine dei miei impegni professionali e di vita privata, quando ho aperto il mio cuore e ho messo a nudo le mie emozioni mi è sembrato di entrare in un "senza tempo"... Vi do in anteprima la notizia che ho in cantiere il mio secondo libro, dalla tematica attuale e... trasversale!

Hai pubblicato un libro molto interessante intitolato Leandra con un'intensa prefazione di Vittorio Introcaso. Quali tematiche tratta il tuo manoscritto?

Ho scritto, in modo romanzato, la mia vita. Ho voluto mettere per iscritto le mie esperienze soprattutto perché, nella sofferenza, sono riuscita a trovare la serenità, l'amore e il rispetto. Le tematiche, che scoprirete voi stessi leggendo le mie pagine, sono molto forti. L'impostazione della mia opera e' molto cinematografica perché intreccia episodi del passato con la mia vita attuale.

A proposito del romanzo... Sappiamo che, in attesa di un grande evento romano, il prossimo 5 ottobre al Just Cavalli di Milano sarai protagonista di un esclusivo party...

Sì, a concludere la fashion week milanese, ho il piacere di ospitare tutti i miei amici alla presentazione del mio libro Leandra. Ci saranno tanti giornalisti e vip. Ospiti d'eccezione gli attori Vincenzo Bocciarelli e Claudia Conte!

Leandra è la storia della tua vita. Come ti sei sentita nell'aprirti completamente raccontando gli episodi belli e quelli tristi del tuo vissuto?

Per me è stata un'esperienza molto forte perché mi ha portato a rivivere certi momenti... ho dovuto fare delle scelte importanti di censura di molti episodi che non potevo rendere pubblici. Non è stato facile, ma spero di aver mandato un messaggio significativo... il rovescio della medaglia del dolore è l'amore.

Quali sono per te i valori più importanti della vita?

La fede, l'amore e il rispetto. Con questi tre valori la vita ha un senso completo.

Leandra sarà anche il titolo di una fiction internazionale che vedrà protagonista te insieme ad attori importanti come Vincenzo Bocciarelli e Claudia Conte. Come è nata l’idea di tramutare le pagine in audiovisivo?

Durante la stesura del libro, le immagini che andavo a descrivere passavano nella mia mente come fotogrammi. A detta di molti esperti sia in campo letterario che cinematografico, il tema trattato, le dinamiche e i personaggi sarebbero una interessante idea di fiction. Dopo l'incontro con la bellissima Claudia Conte e con lo stimato Vincenzo Bocciarelli, che si sono subito appassionati alla storia e hanno creduto nel suo successo, ho deciso insieme a Paolo Ferrari, con il quale era già nato un iniziale progetto, di iniziare le riprese per raccontare qualcosa di veramente avvincente.


Curata da Luca Treccia

Alla ricerca di 35 giovani per il progetto "TRADIZIONE-il teatro di domani", partner del Corriere dello Spettacolo

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1. L'Associazione Culturale “Ingranaggi”, in collaborazione con “Avamposto Teatro”, presenta il progetto “TRADIZIONE – il teatro di domani”.

2. Il progetto Tradizione si divide in due parti:
-       TRADIZIONE
dieci incontri/lezioni tenuti da importanti Maestri del mondo dello spettacolo (Roberto Herlitzka, Gabriele Lavia, Maurizio Scaparro, Michele Monetta, Dacia Maraini, Tato Russo, Mariano Rigillo, Vittorio Matteucci...) presso il Teatro Vittoria di Roma nel periodo tra novembre 2015 e marzo 2016, e che saranno documentati attraverso una pubblicazione edita da Giulio Perrone Editore (in vendita da maggio 2015 e in omaggio per i partecipanti al progetto).
-       TRADIRE
creazione di un gruppo di giovani professionisti (registi, autori, attori e tecnici) che in via autonoma e sulla base delle esperienze maturate durante gli incontri, grazie anche al supporto di sale prove gratuite, mettano in scena spettacoli sotto forma di studio (max 15') e che avranno la possibilità di ricevere i seguenti premi di produzione:
a)  Premio di produzione di € 1000 per lo studio ritenuto dalla commissione più attinente alle tematiche dibattute durante gli incontri e un supporto logistico, amministrativo, nella promozione e comunicazione.
b)  Automatica partecipazione di uno degli studi (in forma estesa) tra i quattro finalisti della rassegna “Salviamo i talenti – premio Attilio Corsini” presso il teatro Vittoria di Roma (tale rassegna produce i finalisti e premia il vincitore mettendolo in stagione nell'anno successivo info: LINK).
c)   Automatica partecipazione di uno degli studi (in forma di corto) alla rassegna “La corte della formica” di Napoli. (info: LINK)
d)  Automatica partecipazione di uno degli studi (in forma estesa) alla rassegna “UT35 FESTIVAL” di Napoli (info: LINK).
e)  Automatica partecipazione di uno degli studi (in forma estesa) al Festival “Le voci dell'anima” presso il Teatro degli Atti di Rimini (tale rassegna consente agli spettacoli in programma di replicare a Milano e a Foggia secondo condizioni stabilite ogni anno dall'organizzazione; info: LINK)
f)    Saranno possibili altre opportunità distributive, che verranno comunicate eventualmente entro il 15 marzo.

3. Alla selezione possono partecipare tutti gli under 35 residenti su territorio nazionale che possano garantire la loro presenza al 70% degli incontri organizzati.

4. Il bando ricerca tali figure:
-       5 Registi/e
-       5 Autori/Autrici
-       10 Attori
-       10 Attrici
-       10 Tecnici (scenografi, costumisti, light designer, organizzatori, etc...)

5. La domanda di partecipazione andrà inviata entro e non oltre la mezzanotte del 30 settembre alla mail direzione@tradizioneteatro.it e dovrà contenere le seguenti informazioni:
-       L'oggetto dovrà essere “BANDO_COGNOME_NOME_CATEGORIA”
-       Curriculum Vitae
-       Lettera motivazionale
-       2 Foto (figura intera, primo piano) – solo per Attori e Attrici.

6. La selezione dei partecipanti è insindacabile e a discrezione della direzione artistica dell'organizzazione, la quale non sarà tenuta a motivare le proprie scelte.

7. La partecipazione al bando è gratuita.
I partecipanti al bando che verranno selezionati (poiché i corsi sono riservati ai soci dell'Associazione Culturale “Ingranaggi”, la quale non ha scopi di lucro) dovranno aderire alla stessa versando la quota associativa per l'anno di corso di €50,00, e un contributo specifico di €130,00, divisibile anche in due rate, di cui la prima contemporaneamente all'iscrizione di €50,00 e la seconda, per i residui €80, entro la data del quarto incontro.


8. I risultati delle selezioni verranno resi noti entro il 5 ottobre tramite e-mail.

TESS. La cantautrice statunitense al Fontanone del Gianicolo. Foto originali di Ivan Selloni

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Sembrano essere a casa propria la cantautrice Tess e la sua band, composta dal Trio Improvviso, Francesco De Palma e Andrea Filippucci.
Infatti, nonostante sia americana, Tess ha deciso di vivere e soprattutto di incidere il suo disco "Soul Whisperer" in Italia, dimostrando così il suo amore per la cultura italiana.
‹‹È stata un’esperienza unica stare dentro uno dei pezzi di arte/architettura che ho studiato quando sono arrivata a Roma la prima volta 10 anni fa - afferma Tess - La collaborazione con FontanonEstate e la mia artista in residenza Hour of the Rose era l'ideale formula per combinare la musica acustica con un luogo suggestivo e storicamente importante con un’artista contemporanea per creare un’atmosfera a "360 gradi di arte immersione”››.
Infatti il pubblico, oltre ad ascoltare un concerto, ha potuto anche ammirare delle composizioni floreali dell'artista Marta Alexandra Abbot, che ha presentato il progetto, che si chiama "Hour of the Rose".
Durante il concerto è stato girato il video "Soul Whisperer".

Qui il link per ascoltare e acquistare l'album:









Il Teatro Golden non si ferma mai! Di Paolo Leone

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Una festa, un rito beneaugurante, una riunione tra vecchi e nuovi amici in un clima di grande familiarità. Questa è, ogni anno, la presentazione della stagione del Teatro Golden, giunto al sesto anno di vita. Uno spazio atipico, una nuova concezione teatrale che, bisogna darne atto, si è rivelata vincente nel panorama romano. Basti pensare al numero di abbonati, 2500, che per un teatro di queste dimensioni è un numero monstre. Condotta simpaticamente dal bravo Roberto Ciufoli e da Laura Ruocco, si è ufficialmente aperta la stagione 2015/2016 nella serata del 15 settembre davanti ad una platea gremita di abbonati e giornalisti, tra i quali un numero considerevole di autorevoli uffici stampa. Un primo dato di fatto è la continuità di quello che scherzosamente, nelle stagioni passate, avevamo definito “il quadrumvirato” autoriale composto dai fratelli Fornari, Andrea Maia (direttore artistico) e Vincenzo Sinopoli, felice sodalizio artistico che pone la firma su ben tre commedie in cartellone. Gli spettacoli inizieranno dal 29 settembre con il gradito debutto di Cinzia Leone ed il suo fortunatissimo “Disorient Express”, esilarante ma veritiera indagine sullo stordimento da informazione da cui tutti siamo investiti. A seguire, dal 27 ottobre, Nicolas Vaporidis che, insieme ad Augusto e Toni Fornari, Luca Angeletti e Laura Ruocco sarà in scena con “Finchè giudice non ci separi”, commedia agrodolce sul tema delle separazione e le sue conseguenze tragicomiche. Un altro grande ritorno sarà quello dei favolosi Favete Linguis, il trio canterino, di grandissima qualità, composto da Toni Fornari, Stefano ed Emanuela Fresi, dal 24 novembre, con “Sanremo Story” e, insieme a loro, la prestigiosa presenza del Maestro Vince Tempera. Ci accompagnerà nel nuovo anno una compagnia che nella passata stagione ha trionfato al Golden (ma non solo qui), quella composta da Claudia Campagnola, Marco Morandi, Carlotta Proietti, Matteo Vacca e, new entry, il bravo Maurizio Di Carmine. La commedia, “Generazione di precari”, promette faville grazie all’esplosiva ed armonica comicità di questi attori e regalerà anche dei momenti musicali, come ha spiegato l’autore Toni Fornari, con le musiche e le canzoni di Enrico Blatti.. Dal 19 gennaio sarà la volta di una nuova compagnia, che nel gennaio scorso ebbe l’opportunità di una serata – prova al Golden (riuscitissima), composta da Danilo De Santis, Roberta Mastromichele, Chiara Canitano, Francesca Milani e Gianluca Cortesi che interpreteranno “Sali o scendo?”, commedia sul destino e l’amore. Non poteva mancare una pièce scritta da Massimo Natale ed Ennio Speranza, e allora dal 23 febbraio andrà in scena “La bella è la bestia” con Simone Gandolfo e Raffaella Rea, un testo che affronta col sorriso e con tenerezza gli equivoci imbarazzanti dei transfert tra analista e pazienti. A marzo, dal 22, per il secondo anno consecutivo, Maurizio Casagrande con “E la musica mi gira intorno”, 50 anni di vita raccontata attraverso la musica, un incontro tra comicità, aneddoti e canzoni. Nel finale della stagione, dal 19 aprile, tre presenze affezionatissime al Golden, un trio esplosivo e amatissimo dal pubblico: Gianni Ferreri, Daniela Morozzi e Giancarlo Ratti con “Una cena di gala”.

Come ha ben detto Ciufoli durante la presentazione, il Golden apre la mattina e chiude la notte, fino a luglio, e allora non si possono non citare alcuni (solo alcuni) tra i tanti appuntamenti extra cartellone. Primo fra tutti è doveroso ricordare che anche quest’anno lo spettacolo fuori abbonamento di Max e Giulia Maglione, “Si fa presto a dire..vado al massimo”, sarà allestito a favore dell’Associazione Peter Pan Onlus, di cui il Golden è il maggior sostenitore.  Dopo i grandi risultati raggiunti grazie al contributo economico del Teatro, con cui è stato possibile realizzare il parco giochi esterno della Casa per i bimbi affetti da tumore, quest’anno il ricavato dello spettacolo ed il contributo del  pubblico durante tutta la stagione, serviranno a realizzare l’aula scuola all’interno della struttura per permettere ai bambini di non perdere i giorni di scuola durante le cure a cui sono sottoposti. Tra gli altri appuntamenti extra, l’immancabile Zelig Cabaret con 14 appuntamenti del mercoledì, la danza con il sorprendente Battle of the year, dodicesima edizione in Italia, che vedrà i migliori gruppi e singoli ballerini di street-dance competere per conquistare un posto alla finale mondiale che si svolgerà a fine ottobre in Germania. Appuntamento spettacolare, sabato 19 settembre. Un altro grande nome sarà quello di Elda Alvigini che porterà, il 22 ottobre, il suo monologo sempre sold out “Inutilmentefiga”.  E finalmente al Golden, anche lo spettacolo “Moms”, il 30 novembre e il 1° febbraio, divertentissimo varietà sulla maternità, un altro successo conclamato. E ancora, tornerà il viaggio nel musical con la strepitosa Stefania Fratepietro ed i suoi ospiti di Musicalmente, oltre alle serate letterarie con il Prof. Dafano. Insomma, di tutto e di più. Il Teatro Golden, delizioso salotto romano, è pronto per una nuova stagione. Infaticabile.

Paolo Leone


Roma, Teatro Golden (Via Taranto 36 – Metro Re di Roma)


Per tute le info: www.teatrogolden.it e pagina facebook: Teatro Golden – Goldenstar Academy

Teatro Kopò, l’originalità al potere. Di Paolo Leone

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Teatro Kopò, Roma (Via Vestricio Spurinna 47) - Metro A: Numidio Quadrato

Al Teatro Kopò, fucìna di iniziative e dinamismo comunicativo, una ne fanno e cento ne pensano, si potrebbe dire. In realtà, ne fanno molte di più. Piccolo diamante nel panorama dei teatri off romani, incastonato in una delle più grandi periferie europee, il Tuscolano/Quadraro/Cinecittà, ha presentato la sua terza stagione il 16 settembre. Il miracolo di questo minuto ma confortevole teatro (50 posti) che in due soli anni di vita ha visto più che raddoppiato il numero di spettatori (5000 nella passata stagione), continua a sorprendere sia per gli spettacoli proposti che per la sua straordinaria capacità di comunicazione e fidelizzazione di un pubblico composto, come ci ha detto il Direttore Artistico Francesca Epifani, per un buon 80% dai residenti nel quartiere. Drammaturgia contemporanea, interessantissima, con autori e compagnie giovani, è il merito di questo teatro che riesce a scovare ogni anno delle chicche imperdibili. Questa stagione 2015/2016 si distingue per una maggior varietà di stili teatrali e registici. Si va infatti dal teatro civile a quello musicale, da quello multimediale a quello di figura, tutti uniti dal filo rosso delle problematiche, dei sogni, dei drammi e delle contraddizioni dei nostri giorni, dell’uomo moderno. Uno sguardo dentro ognuno di noi, ma filtrato dalla magia di rappresentazioni originali. Cose che difficilmente il pubblico potrebbe vedere se non ci fossero realtà come queste. Si comincia dal 1° ottobre con uno spettacolo che, per il secondo anno consecutivo (dopo Silvio Barbiero nella precedente edizione), porta sul palco uno dei migliori attori dell’ultimo Fringe Festival di Roma, Fabrizio Paladin, con l’interessante Dr. Jekill e Mr. Hide, The strange show,  una rivisitazione sorprendente del genio di Stevenson. Dal 15 ottobre entreremo nello smarrimento di un militante di sinistra con il bel testo di Lorenzo Misuraca,Belle Bandiere, interpretato da Emiliano Valente, divertente ma non superficiale, nella linea di questo teatro. Un graditissimo ritorno, dal 30 ottobre, quello di Antonello Taurino con il suo nuovo spettacolo, Trovata una sega, un approccio molto particolare ad una delle bufale più clamorose dei tempi moderni, quella del ritrovamento in un canale di Livorno, nel 1984, di due sculture attribuite a Modigliani, raccontata con lo stile affascinante e satirico di questo bravo attore. Con la Compagnia dei Kilowattori, a novembre, avremo la possibilità di riflettere sulle tensioni latenti nei nostri rapporti,  grazie ad Amici Diversi. Divertimento e poesia sono  garantiti da Cyrano dans la lune (storia di un naso che voleva arrivare sulla luna), un originale punto di vista dal quale osservare la celebre storia di Cyrano de Bergerac, popolare pièce di Rostand, interpretato da Daniele Villari che ne è anche l’autore, e Massimiliano De Luca, dal 26 novembre. Come detto, in questa stagione diversi sono gli stili, i toni del teatro proposto. Se temi drammatici sono proposti, e in maniera molto emozionante, con Le bombe sono tutte buttane, di Giuseppe Arnone (Produzione Kopò) e con Padroni delle nostre vite, di Ture Magno (spettacolo elegantemente multimediale) che affrontano nel mese di dicembre la tematica delle mafie, altri più leggeri ma sempre in modo molto originale sono assicurati da opere come La supercasalinga, di e con Roberta Paolini, che aprirà l’anno nuovo, surreale combattimento tra lei e la Macchia in uno scontro feroce. Novità assoluta a febbraio con The acquired inability di scappare, della Compagnia Metaskenè di Como, spettacolo che incuriosisce molto per le assonanze con il teatro sperimentale. Un classico della drammaturgia contemporanea, Xanax di Angelo Longoni, sarà portato in scena da Luca Losito e Valeria Alzari, compagnia sassarese. L’uomo e l’importanza delle radici sono analizzate in Cingomma, pirotecnico monologo di Jessica Leonello ambientato sull’Espresso Milano – Palermo. Il momento della commedia musicale sarà ad aprile con Elisabetta Tulli, eccezionale performer attualmente impegnata nel grande musical Billy Elliot al Sistina, ed il suo Le ragazze di Via Savoia, un delicato affresco che prende spunto da un fatto vero di cronaca che accadde a Roma nel 1951. Chiude la stagione un’altra produzione Teatro Kopò, con il celebre testo di Franca Rame, Una donna sola, interpretato dal direttore Francesca Epifani.
Insomma, un cartellone ricco di originalità e mai banale, un teatro “eco-friendly” che non spreca carta per i comunicati e per le tessere associative, che fornisce alla stampa la pen-drive con tutte le informazioni utili, che regala al suo pubblico l’aperitivo prima di ogni spettacolo, tutto a soli 10 euro, che ha saputo coinvolgere tante attività commerciali del quartiere in cui opera, aspetta il suo pubblico per il terzo anno consecutivo. Avete ancora dubbi? Il Kopò è un teatro tutto da vivere.

Paolo Leone


Teatro Kopò, Roma (Via Vestricio Spurinna 47) - Metro A: Numidio Quadrato

Per ogni info: www.teatrokopo.it , pagina Facebook e App disponibile su Apple e Android

Al Teatro Verdi di Trieste il Secondo Concerto della Stagione Sinfonica Di Paola Pini

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Prosegue felicemente la Stagione Sinfonica a Trieste. Dopo l’anticipo dell’apertura il 6 settembre, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, di cui altri hanno scritto qualche giorno fa ed il primo appuntamento che ha visto OlegCaetani dirigere l’Orchestra e il Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi nell’esecuzione delle sinfonie “Riforma” e “Lobgesang” di Felix Mendelssohn-Bartholdy, un altro appuntamento monografico verrà proposto venerdì e sabato prossimi. La Sovrintendenza dello storico teatro ha infatti deciso di impostare i concerti di quest’anno proponendo di volta in volta opere di un singolo autore. Venerdì 18 e sabato 19 settembre sarà così possibile ascoltare tre composizioni di Ludwig van Beethoven: la Sinfonia n. 2 il Re maggiore, Op. 36; il Terzo Concerto in Do minore, Op. 37; la Fantasia in Do minore per pianoforte, soli, coro e orchestra, Op.80. Al pianoforte ci sarà Michele Campanella, grande e versatile interprete, Ambasciatore della Musica nel Mondo, considerato uno dei maggiori interpreti di Liszt suo autore di riferimento, che recentemente ha eseguito tutti i Concerti di Beethoven e di Mozart e l’integrale della musica dedicata da Brahms al pianoforte.
La direzione di questo importante concerto è stata affidata al Maestro giapponese RyusukeNumajiri, direttore musicale generale del Teatro di Lubecca, direttore artistico della Biwako Hall diShiga e direttore musicale dei Tokyo Mozart Players, che nel corso della sua lunga carriera ha diretto le principali orchestre del mondo.

La Seconda Sinfonia e il Terzo Concerto furono eseguite entrambe, per la prima volta, il 5 aprile 1803 al Theater an der Wien di Vienna come parte di un programma interamente beethoveniano. Il compositore diresse la prima, mentre suonò la parte per pianoforte del secondo quasi tutta a memoria, avendo tracciato per sé soltanto pochi “appunti”; per alcuni non ci fu la trascrizione della parte per pianoforte a causa della mancanza di tempo da parte del compositore per fissarla completamente sulla carta, per altri si trattò piuttosto del suo desiderio di lasciarsi la libertà di improvvisare ad ogni concerto. Nel corso dell’Ottocento, fu il concerto di Beethoven più eseguito.
La première della Fantasia in Do minore avvenne invece cinque anni dopo, il 22 dicembre 1808 nello stesso teatro.  Anche in questo caso nel corso della serata furono eseguite esclusivamente musiche del genio di Bonn, e la Fantasia costituì il pezzo di chiusura, creato sulla base del motivo di un Lied precedentemente composto, dal titolo “Gegenliebe” (amore reciproco) e trasformato per l’occasione in opera per pianoforte, soli, coro e orchestra. Il testo fu modificato dal poeta ChristophKuffner che integrò i suggerimenti del compositore con il proprio sentire.

Paola Pini


Stagione Sinfonica 2015 – Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Secondo Concerto

Venerdi 18 settembre – ore 20.30
Sabato 19 settembre – ore 18.00
Musiche di Ludwig van Beethoven 
Pianoforte: Michele Campanella
Dirige Ryusuke Numajiri
Programma
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827)

Seconda Sinfonia in re maggiore Op. 36 
Adagio molto – Allegro con brio
Larghetto
Scherzo. Allegro
Allegro molto
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Terzo Concerto in do minore per pianoforte e orchestra Op. 37
Allegro con brio
Largo
Rondò. Allegro
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Fantasia in do minore per pianoforte, soli, coro e orchestra Op. 80
 Adagio
Allegro
Allegretto ma non troppo

Maestro del coro Alberto Macrì
Solisti del coro:
Elena Boscarol, Simonetta Cavalli,
Silvia Verzier, Roberto Miani,
Giuliano Pelizon, DaxVelenich
Orchestra e Coro del Teatro Lirico "Giuseppe Verdi di Trieste"

E-MAIL: boxoffice@teatroverdi-trieste.com 

NUMERO VERDE 800 090373 

FREE NUMBER 800 090373 
dall’estero +39 040 90648883

from abroad +39 040 0648883
(da lunedì a sabato  09.00 - 21.00)



APPUNTAMENTO A TEATRO. 24 SETTEMBRE 2015 ORE 19.30, al TEATRO FURIO CAMILLO (Via Camilla 44 – 00181 Roma)

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Il 24 Settembre 2015 dalle ore 19.30 alle ore 21.30 il Teatro Furio Camillopresenterà  le Attività Formative e le Rassegne per la stagione 2015/2016.

Un aperitivo iniziale accoglierà gli spettatori di questo appuntamento che vuole essere un pretesto per presentare le rassegne della stagione 2015/2016 (con particolare attenzione alla rassegna di circo teatro “Battiti”), il programma delle “Domeniche dei Bambini” e il programma formativo annuale.

La Compagnia Materiaviva, la Compagnia di danza Sakuntala, la compagnia Circo Sonambulos,  Linda Di Pietro, Gianluca Riggi sono tra i protagonisti della serata che si esibiranno in diverse attività per presentare al pubblico e alla stampa le iniziative della nuova stagione teatrale.

Sarà allestita una postazione dove sarà possibile acquistare i due libri sulla giocoleria e sull’acrobatica aerea, Pearls of Juggling di Anthony Trahair, e Racconti d’Aria di R. Castelluzzo e E. Peschi.

A fare da cornice alle performances ogni singolo spazio del Teatro Furio Camillo. I camerini, la platea, il foyer, tutto il teatro diventerà palcoscenico di mostre, letture, monologhi.  La direzione artistica del Teatro darà vita ad un vero e proprio percorso culturale protagonista della stagione 2015/2016.


Teatro Furio Camillo
via Camilla 44
tel 06.97616026
mail info@teatrofuriocamillo.it

Ufficio stampa
Rocchina Ceglia
mail rocchinaceglia@gmial.com

IL RITORNO DI “PINOCCHIO”. Di Chiara Pedretti

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Teatro della Luna, Milano. Fino al 18 ottobre 2015

A Milano, al Teatro Della Luna, costruito nel 2003 appositamente per questo spettacolo, torna in scena con la Compagnia della Rancia Pinocchio – Il Grande Musical, scritto da Saverio Marconi e Pierluigi Ronchetti, con le musiche di Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti e liriche di Stefano D’Orazio e Valerio Negrini.
La storia del burattino creato da Geppetto è di fama mondiale, conosciuta in tutto il mondo e tradotta in tutte le lingue: il musical conta in dodici anni moltissime repliche, anche all’estero, e torna a Milano, dove ha debuttato, per l’ultimo periodo di Expo2015.
Come tutte le favole, deve piacere: come tutti i gruppi musicali, i Pooh devono piacere. Se mancano queste due cose, la visione diventa difficile. I brani musicali sono assolutamente a marchio Pooh e l’ascolto di numerosi tutti di fila rende la parte musicale un po’ monotona. Rispetto al primo debutto, tutto il cast è stato rinnovato, tranne lui: Pinocchio è e sarà sempre Manuel Frattini, il numero uno italiano del musical, senza il quale lo spettacolo non avrebbe alcun senso. Una sola parola: unico. A 50 anni, compiuti a maggio, canta, danza, recita senza sosta, come se gli anni per lui non passassero. Questa regia lo fa danzare poco,purtroppo, che è assolutamente il suo talento principale; peccato averlo e sfruttarlo così poco come danzatore. E’ comunque talmente carismatico da far dimenticare la regia a volte lenta, alcune canzoni di poco spessore perfettamente inutili e la durata, forse eccessiva, dello spettacolo.
Del vecchio cast è rimasto solo lui: gli altri sono in gran parte giovani, e la compagnia deve senza dubbio assestarsi ma promette bene. I loro predecessori avevano già più esperienza alle spalle per affrontare i ruoli: come dimenticare Pietro Pignatelli (Geppetto), Mauro Simone (Lucignolo), Silvia Querci (la madre di Lucignolo)? Certamente alcune delle voci sono davvero incantevoli: la Volpe di Giulia Marangoni, la Fata Turchina di Beatrice Baldaccini (reduce da Cercasi Cenerentola, sempre della Compagnia della Rancia), il Grillo Parlante di Luigi Fiorenti, l’Angela di Claudia Belli. Rispetto all’edizione del 2003, è stata però cambiata la bellissima scena dell’ingresso della balena: non più fisicamente vera, con tanto di denti illuminati, ma proiettata sul fondo. Peccato.

Belle ed impegnative scenografie, bellissimi costumi, come la morale della fiaba di Collodi: l’amore paga sempre così come la sincerità. Fra il pubblico parte del vecchio cast, che, in questi dodici anni, ha intrapreso altre strade. Interessante invece l’attivazione di una rete wireless dedicata dalla quale gli spettatori possono ricevere, scaricando un’applicazione sul telefono cellulare, i sottotitoli multilingua in italiano ed inglese sia dei testi delle canzoni che delle parti recitate dello spettacolo, pensato per il pubblico internazionale e per chi è portatore di imparità sensoriali, come nel caso degli ipoudenti.
Pubblico caloroso ma, come sempre accade in Italia, troppo spesso maleducato: solo da noi è così comune il bruttissimo atteggiamento di chiacchierare e commentare intanto che ha luogo uno spettacolo, segno di grande mancanza di rispetto sia verso gli artisti in scena che verso chi volesse godersi in pace quanto accade sul palco.

Chiara Pedretti


Teatro della Luna
Via G. Di Vittorio – Assago (MI)
Fino al 18 ottobre; giovedì e venerdì ore 21.00, sabato ore 16.00 e 21.00, domenica ore 16.00.

Dall’1 settembre al 18 ottobre – Musical
Compagnia della Rancia presenta Manuel  Frattini in
PINOCCHIO il grande musical
Uno spettacolo di Saverio Marconi
musiche Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti – liriche Stefano D’Orazio e Valerio Negrini
testo Pierluigi Ronchetti e Saverio Marconi

regia di Saverio Marconi

OMAGGIO A VOI. Quando un recital emoziona. Di Paolo Leone

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Roma, Teatro dei Conciatori (via dei Conciatori 5). Dal 18 al 20 settembre 2015

Inizia nel migliore dei modi la nuova stagione al Teatro dei Conciatori, deliziosamente diretto da Antonio Serrano e Gianna Paola Scaffidi. Un cadeau, in tutti i sensi, all’affezionato pubblico che è accorso numerosissimo alla Prima di una grande artista quale Maria Rosaria Omaggioche per tre serate, dal 18 al 20 settembre, festeggerà i suoi 30 anni di teatro con il suo emozionante recital “Omaggio a voi”, appunto.  Trent’anni di teatro e non sentirli. Le donne forti e l’amore per la letteratura, i due punti di riferimento dichiarati dalla stessa Maria Rosaria, sono stati il filo rosso che ha sapientemente legato un riassunto lungo tutta una carriera. Dalle parole di George Sand, suggestivo inizio dello spettacolo, alle tante interpretazioni del suo ricco percorso artistico, tutte rese con grande magnetismo e carisma. La sua voce profonda, il suo sguardo, il suo entusiasmo, la sua eleganza,  ci hanno trasportati nella magia di una Roma misteriosa e inquietante dipinta dal genio di Gigi Magni ne La santa sulla scopa, nei versi struggenti di Eleonora Duse, nell’ironia di Trilussa con La cocotte intellettuale. Ma anche nel dolore dell’abbandono, nel lamento d’amore, nel dramma umano e nella lucida analisi sentimentale, grazie al “poker di Regine” servito con l’interpretazione di Didone, Filumena Marturano, Graciela (Diatriba d’amore contro un uomo seduto, di Marquez) e la sua amatissima Oriana Fallaci in Lettera a un bambino mai nato. E ancora, il surrealismo di Italo Calvino ne Il cavaliere inesistente, la sorprendente attualità del futurismo, l’omaggio a Gaber, la profonda poesia di un sonetto Shakespeariano. Maria Rosaria Omaggio riesce, in poco più di un’ora, a percorrere un sentiero lastricato di grande intensità, di poesia, tanto vasto quanto sorprendentemente concentrato, grazie al suo grande talento di artista e donna di rara cultura e con l’ausilio prezioso di un grande musicista con lei sul palco, il Maestro Andrea Pelusi che con il suo flauto traverso, sax e fisarmonica (sulla quale è compositore), rende ancor più affascinante una serata magica e bella anche da un punto di vista registico. Maria Rosaria, donna si di grande spessore, ma che (forse proprio per questo) ama la vita e l’importanza del sorriso, conclude il suo recital con un’ode  al “controdolore” di Palazzeschi (1913) e con i versi di Madre Teresa di Calcutta, autentico inno alla vita. “Bello festeggiare un compleanno teatrale nel teatro di amici”, ha detto. E il Teatro dei Conciatori ha risposto alla grande, abbracciandola con calore ed entusiasmo. E’ solo l’inizio di una lunga stagione.

Paolo Leone


Roma, Teatro dei Conciatori (via dei Conciatori 5) Dal 18 al 20 settembre.
Maria Rosaria Omaggio in “Omaggio a voi” – recital in concerto, di M.R. Omaggio.
Andrea Pelusi flauto traverso, fisarmonica e sax.
Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro, nella persona di Maya Amenduni.

Al Verdi di Trieste un grande concerto all’insegna di Beethoven. Di Paola Pini

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Stagione Sinfonica 2015 – Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Fabio Parenzan
Quando gli interpreti si rivolgono alla musica che eseguiranno con rispetto e umiltà chi è in ascolto riceverà un dono prezioso. Il Secondo Concerto della Stagione Sinfonica 2015 al Teatro Verdi di Trieste ha emozionato il numerosissimo pubblico grazie a questo: il Maestro Michele Campanella, pianista d’eccezionali capacità virtuosistiche, famosissimo in tutto il mondo e il Direttore Riysuke Numajiri, abituato a condurre le maggiori orchestre nazionali ed internazionali, assieme all’Orchestra e il Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste hanno saputo interpretare il programma, tutto dedicato a Ludwig van Beethoven, con attenzione e leggerezza, precisione ed eleganza, incantando così l’intera sala.
Si è iniziato con l’esecuzione della Seconda Sinfonia in Re maggiore op. 36 per passare, dopo l’intervallo, al Terzo Concerto in Do minore op.37, seguito dalla Fantasia in Do minore per pianoforte, soli, coro e orchestra op.80.
Fabio Parenzan
Tutte scritte nel corso del periodo viennese, le prime due opere furono composte parallelamente tra il 1800 e il 1802 e vennero eseguite per la prima volta il 5 aprile 1803 all’interno di un corposo programma tutto beethoveniano. In entrambe, l’Autore dialoga ancora con la grande tradizione settecentesca di Mozart e Haydn mostrando contemporaneamente la propria progressiva autonomia da essa, percepibile in particolare nel ruolo assunto dal pianoforte nel Terzo Concerto che si contrappone sinfonicamente all’intera orchestra con una drammaticità da opera teatrale.
Fabio Parenzan
La composizione successiva fu presentata al pubblico il 22 dicembre 1808 come “Fantasia per pianoforte che termina gradatamente con l’intervento dell’orchestra e, nel Finale, del coro”. Nel corso del suo svolgimento il pianoforte dialoga sia con l’intera orchestra, sia con il flauto, con gli oboi, con i clarinetti ed i fagotti, per arrivare nel Finale all’intervento del coro che conclude in modo grandioso l’opera.
La parte dedicata alle voci è relativamente breve ma importante e grazie ad esso vengono espressi a parole gli ideali del grande musicista, attraverso i versi che il poeta viennese Christoph Kuffner, grande amico del compositore, scrisse su precise indicazioni di Beethoven stesso e che, nella parte centrale recitano:

Fabio Parenzan
“Quando domina la magia dei suoni
e la sacra parola si esprime,
allora il meraviglioso si manifesta,
notte e tempesta diventano luce;
la pace all'intorno e la letizia interiore
regnano per i felici.”

Gli stessi ideali verranno riaffermati in seguito con l’Inno alla Gioia, opera posteriore di quasi due decenni, a ulteriore testimonianza della costanza e coerenza nella visione della condizione umana che Beethoven, come tutti i grandi geni della musica, fu capace di mantenere lungo l’intero corso della sua vita e alla quale gli interpreti tutti hanno saputo rendere omaggio.

Paola Pini


Stagione Sinfonica 2015 – Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Secondo Concerto

Venerdi 18 settembre – ore 20.30
Sabato 19 settembre – ore 18.00
Musiche di Ludwig van Beethoven 
Pianoforte: Michele Campanella
Dirige RyusukeNumajiri
Programma
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827)

Seconda Sinfonia in re maggiore Op. 36 
Adagio molto – Allegro con brio
Larghetto
Scherzo. Allegro
Allegro molto
------
Terzo Concerto in do minore per pianoforte e orchestra Op. 37
Allegro con brio
Largo
Rondò. Allegro
------
Fantasia in do minore per pianoforte, soli, coro e orchestra Op. 80
 Adagio
Allegro
Allegretto ma non troppo

Maestro del coro Alberto Macrì
Solisti del coro:
Elena Boscarol, Simonetta Cavalli,
Silvia Verzier, Roberto Miani,
Giuliano Pelizon, DaxVelenich
Orchestra e Coro del Teatro Lirico "Giuseppe Verdi di Trieste"

E-MAIL: boxoffice@teatroverdi-trieste.com 

NUMERO VERDE 800 090373 

FREE NUMBER 800 090373 
dall’estero +39 040 90648883

from abroad +39 040 0648883
(da lunedì a sabato  09.00 - 21.00)


“THE BLUES LEGEND”, ITALIANO AL 100%. Di Chiara Pedretti

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Teatro Nazionale, Milano. Fino al 22 Ottobre 2015

Per questa stagione il Teatro Nazionale di Milano propone come primo spettacolo, in scena fino a fine ottobre, un inedito: The Blues Legend, scritto e diretto da Chiara Noschese.
Dal titolo sembrerebbe la versione italiana del film cult The Blues Brothers, invece no: una storia di persone, fatta da persone, che riassume pregi, difetti, paure e sogni di dodici personaggi. I sei protagonisti maschili formavano una band musicale, ma la vita li ha portati a separarsi ed a percorrere altre vie, di cui però nessuno è davvero soddisfatto. Lo stesso dicasi delle rispettive compagne, mogli, fidanzate o quasi tali, chiuse in una vita opprimente e banale. Tutti con una voglia incredibile di fare musica, almeno i ragazzi: ostacolati inizialmente dalle loro ragazze, finiranno per avere il loro appoggio incondizionato. Allora perché il richiamo ai Blues Brothers nel titolo? Perché i brani musicali sono le più conosciute ed importanti hits della musica rhythm’n’blues e soul degli anni ’60-‘70, suonate con orchestra dal vivo, molti dei quali presenti nel film. Brani come Sweet Home Chicago, Soul Man, Think, Minnie the Moocher, Gimme Some Lovin’ e l’immancabile Everybody Needs Somebody To Love, ed altri ancora resi celebri da Ray Charles, Aretha Franklin, Etta James, James Brown, Percy Sledge, interpretati in lingua originale.

A guidare il gruppo delle ragazze, Loretta Grace, già straordinaria protagonista di Sister Act e Ghost, la Whoopi Golberg italiana: voce stupendamente nera, potente e perfetta, è The Queen, la regina di nome e di fatto. Affronta pezzi molto impegnativi, primo su tutti Think! di Aretha Franklin. Non solo voce incredibile, ma perfetta padronanza del ruolo: una vera leader. Nel ruolo del marito, detto Boccia a causa della calvizie, ridotto da lei a lavorare nel suo fast-food, Fabrizio Checcacci: in apparenza persona normalissima, perfino anonima, quando canta si trasforma. E’ lui a guidare il gruppo dei ragazzi: Simon (Simone Colombari), nullafacente con il vizio del bere; Duca (Heron Borelli), il più chic del gruppo, sempre con il mal di schiena; Sam e Dave (Samuele Cavallo e Lorenzo Tognocchi), fratelli legatissimi con molta familiarità con il carcere; Beatbox (Mario Acampa), timido e balbuziente, ma dalla voce incredibile, che frigge patatine. A parte The Queen, le ragazze aspettano da tempo un cenno dai loro uomini, che non si decidono: Francy (Silvia Di Stefano: figlia d’arte, di Lena Biolcati e Stefano D’Orazio dei Pooh), estetista, da Simon; Cri (Cristina Benedetti), sorella minore di The Queen, da Sam; Flo (Floriana Monici, strepitosa Rizzo in Grease), toelettarice per cani, dal Duca; Marty (Martina Biscetti), operaia tessile, da Beatbox; Lory (Loredana Fadda), modella di basso livello, da Dave. Degne delle migliori cantanti blues americane, Loredana Fadda e Floriana Monici su tutte, quando cantano loro tutto il resto è silenzio.

Tutti con voglia di riscatto, tutti con voglia di cambiare vita e tornare alla musica, perché la musica è vita. Chiara Noschese ha scritto una bella storia, individuando le tipologie umane medie, oppresse e scontente, ma quando si trova il coraggio di cambiare, allora è tutta un’altra vita. Ne fa anche una bella regia, veloce, snella, con diversi passaggi degli interpreti fra il pubblico. Scenografie essenziali, costumi che sono in realtà abiti dei giorni nostri; bravissimi musicisti; unica pecca: le coreografie. Con quelle musiche si poteva fare ben altro che quattro passi ripetuti all’infinito.
Da vedere assolutamente.

Chiara Pedretti


Teatro Nazionale
Piazza Piemonte, Milano
Fino al 22 Ottobre, ore 20.45; sabato ore 15.00 e 20.45, domenica ore 15.00 e 19.00

Biglietti da EUR 37,00 a EUR 75,00

Teatro Manzoni. Al via la nuova stagione 2015-2016, dal 29 settembre al 12 giugno 2015. Foto originali di Ivan Selloni

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"Non si può negare che la nostra società stia attraversando un periodo difficile e complesso. Ma la cultura dovrà essere sempre un punto di partenza. La voglia di sognare, di ideare, di crescere, di scoprire,non potrà mai essere soffocata, è nel dna dell'essere umano. La programmazione sta per iniziare, con un problema risolto: il Manzoni è riuscito a dimostrare, dopo un anno di disagi, che la fattura dell'Acea di 95.000 euro era la classica bolletta pazza. Vittoria ottenuta. Ringraziamo il nostro pubblico e tutti coloro che ci hanno sostenuto in questa battaglia.
La stagione teatrale 2015/16 sarà caratterizzata da nuove storie, delicate, divertenti, ironiche, ricche di suspense, selezionate per far emozionare e riflettere proprio sui piccoli e grandi ostacoli che la vita ci presenta."

Stagione:
29 settembre 2015 - 25 ottobre 2015
Paola Gassman, Pietro Longhi, Miriam Mesturino presentano "Maigret al Liberty bar" di Georges Simenon per la regia di Silvio Giordani.
Dal 27 ottobre al 22 novembre debutta una tenera storia d’amore: L’erba del vicino è sempre più verde di Hugh e Margaret Williams interpretata da CarloAlighiero, Cinzia Berni, Francesca Nunzi, Diego Ruiz, per la regia di Carlo Alighiero.
Dal 24 novembre Gabriella Silvestri e Stefano Ambrogi saranno in scena con  L’appartamentodi Francesco Apolloni diretti da Vanessa Gasbarri
Dal 29 dicembre 2015 al 24 gennaio 2016 Fabio Avaro e Rita Fortepresentano Cicale dell’autore e regista francese Jean-Marie Chevret per la regia di Silvio Giordani.
Dal 26 gennaio Gianfranco D’Angelo e Patrizia Pellegrino saranno i protagonisti di Alcazar diGianni Clementi per la regia di Luca Pizzurro
Dal 23 febbraio al 20 marzo la celebre coppia Elena Cotta e Carlo Alighieropresenta  Lady killers La signora omicidi di William Roseper la regia di Carlo Alighiero. 
Dal 22 marzo al 17 aprile divertimento assicurato con il gradito ritorno di Max Tortora che debutta il  22 marzo con   Doppia coppia di Max Tortora e Paola Tiziana Cruciani, che cura anche la regia.
Dal 19 aprile al 15 maggio Saverio Marconi ed Enzo Casertano saranno in scena dal 19 aprile al 15 maggio con la divertente e ironica commedia di Roberta  Skerl, che riesce a rivolgere un lucido e acuto sguardo sulla società che ci circonda: ReFusi per la regia di Vanessa Gasbarri.

Dal 17 maggio al 12 giugno chiuderà la stagione la divertente pièce Straziami ma d’amore saziamidi Josiane Balasko interpretata da Pietro Longhi, Gabriella Silvestri e, Antonello Costa, diretti da Silvio Giordani, in scena dal 17 maggio al 12 giugno.













"Cinema Arcobaleno". Il nuovo singolo di Andrea De Rosa

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“Cinema Arcobaleno” è il nuovo singolo di Andrea De Rosa, nato artisticamente nel 2010 con il progetto Adailysong, ideato insieme all’amico e musicista e compositore Bruno Bavota. L’artista mette insieme diversi stili musicali: new folk, minimal e cantautorato, abilmente miscelati in stile Adailysong. Proprio il mix di sonorità accompagnati da una voce potente ed armoniosa, ha fatto sì che, nel 2013, l’omonimo cd di esordio riscontrasse un buon successo di critica e pubblico. Parallelamente alla carriera di cantautore, Andrea ha affiancato quella di discografico, in una delle realtà più difficili del territorio partenopeo: il Rione Sanità.

Il singolo vede la pubblicazione da parte dell’etichetta sociale Apogeo Records, nata nell’ambito del progetto de L’Altra Napoli ONLUS “Musica e Nuove Tecnologie”, avviato nel 2010 grazie al finanziamento da parte della Fondazione Telecom ed al sostegno di IBM. Grazie a queste due grandi realtà, l’etichetta ha potuto realizzare uno studio di registrazione all’avanguardia nel cuore del Rione Sanità: il Sanità Music Studio, collocato nella suggestiva cornice seicentesca della Basilica di San Severo, messa a disposizione dall’Arcidiocesi di Napoli.



“Nel Fondo”. Quattro personaggi per parlare della perenne sconfitta del mondo. Di Stefano Duranti Poccetti

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Bucine, Teatro Comunale. Venerdì 18 settembre 2015

Quattro personaggi sul palcoscenico: un comico fallito e ubriacone, un barone decaduto, una prostituta alla ricerca dell’amore, una donna fuggita da un marito alcolizzato e violento. Quattro personaggi uniti da un destino truce, adesso costretti a vivere in un misero scantinato composto scenicamente da fogli di quotidiani sparsi – la continuità ciclica e distruttiva della storia -, da bottiglie vuote che sembrano ricordare la perduta speranza dei protagonisti, che oramai trovano solo un apparente e temporale sollievo nell’alcool, da sedie e da un tavolo centrale, elementi praticabili indispensabili per l’andamento del dramma. Curiosa anche la presenza di microfoni, che vengono usati per dare luce a battute di essenziale valore. Si tratta di “Nel Fondo”, il primo spettacolo che vede la regia di Ciro Gallorano. Anzi, diremo, per essere precisi, che si tratta della prima messa in scena curata interamente dal suddetto, che si è preso cura della regia, della sceneggiatura e di tutto ciò che è servito per creare questa rappresentazione, un libero riadattamento di “Bassifondi” di Gork’ij. Ciro Gallorano si trova anche sul palcoscenico e interpreta il ruolo del Comico fallito, alla ricerca di un’utopistica “Città dei Giusti”, vana ricerca che lo condurrà al suicidio. Il creatore di “Nel Fondo” è affiancato da Sara Bonci, nei panni della prostituta, che insieme a Filippo Mugnai, nel ruolo del Barone decaduto, sarà l’unica a rimanere in vita alla fine della vicenda, un finale dove pare riemergere uno spiraglio di salvezza, con i due che, dopo essersi pizzicati per tutto lo spettacolo, sembrano voler trovare rappacificazione. Chiara Cappelli è invece la donna fuggita dal terribile marito e per lei sarà una sorte dolorosa, perché scovata dallo stesso sarà costretta a una morte fuori scena, raccontata dall’addolorata prostituta. La vera protagonista della mise en scène e regina della trama è, per così dire, l’angoscia dei quattro personaggi, che dall’inizio alla fine si crogiolano sulle loro tristezze e su quelle del mondo che li circonda, toccando argomenti di attualità – sono proiettati anche video rappresentanti la crudeltà del nostro mondo attuale – per parlarci non solo meramente della loro crisi, ma anche di quella del sistema globale e dell’alienazione in cui è caduto l’individuo moderno.

Una regia congrua, ritmi scenici pienamente rispettati per questa pièce di circa un’ora, che ci convince in tutto e per tutto. Bravi gli attori, che, perfettamente calati nei loro personaggi, sono affiatati e riescono a compensarsi a vicenda. Ciro Gallorano è il comico ubriacone, che però fino alla morte nutre la speranza dell’esistenza di un mondo migliore e l’attore e regista interpreta bene questa bipolarità di ascesa e discesa, che lo vede continuamente cadere e rialzarsi; Sara Bonci è la prostituta, prostituta per necessità, per accaparrarsi quei pochi spiccioli per pagare l’affitto. Interpreta bene la donna che ha imparato a vendersi per salvarsi, ma alla quale è rimasto ancora un cuore e un immenso desiderio di dare e ricevere amore. Filippo Mugnai è il Barone decaduto, cinico e ironico; un Barone che sta tra la realtà e la fantasia, tanto è vero che le affermazioni che fa sul suo passato sono sbeffeggiate dagli altri tre. L’attore è bravo a stare in piedi sul filo sottile, a tenere perfettamente a galla un personaggio che sta tra il piano onirico e quello reale. Chiara Cappelli è una donna forte, determinata, razionale, che è fuggita da un marito violento per cercare la libertà. È forse la meno rassegnata degli altri, è quella che sembra avere sempre un asso nella manica e l’attrice s’immedesima per il meglio in questa determinatezza. A proposito di assi nella manica, è molto suggestiva la scena del “gioco di carte”, dove, tempestati da un’incalzante musica di violino, i quattro protagonisti giocano in modo compulsivo tirando carte sul tavolino, per terra, tirandosele addosso… dappertutto! E questo avviene in una dimensione gradevole, ironica, frenetica, quasi clownesca, una dimensione che rompendo la quarta parete giunge diritta al lato più viscerale degli spettatori, che per questa prima al Teatro Comunale di Bucine sono stati numerosi e spero che per le prossime date saranno sempre e sempre di più, perché lo spettacolo (avvenuto anche grazie al supporto della Compagnia “Diesis Teatrango” di Piero Cherici e Barbara Petrucci) lo merita, lo meritano gli attori e lo merita Ciro Gallorano, che si presenta così con un ottimo biglietto da visita nel panorama registico contemporaneo.

Stefano Duranti Poccetti


“Nel Fondo”
riadattamento
di “Bassifondi” di Gork’ij
poesie di Raffaello Pecchioli

di Ciro Gallorano

con
Sara Bonci
Chiara Cappelli
Ciro Gallorano
Filippo Mugnai

con supporto di tutoraggio da parte 
della Compagnia Diesis Teatrango

speciali ringraziamenti a
Piero Cherici
Rossano Dalla Barba
Sara Pecchioli

"La Cambiale di Matrimonio" di Enzo Dara al Teatro La Fenice. Tradizionale con un pizzico di originalità, squisitamente. Di Stefano Duranti Poccetti

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Teatro La Fenice, Venezia. Sabato 19 settembre 2015

Un incontro e scontro tra due mondi: l’Europa, rappresentata da Tobia Mill e l’America, rappresentata dal canadese Mr. Slook. Si tratta di due culture completamente opposte, l’una, quella europea, rigida e gerarchica, con un padre che si prende il diritto di fare della figlia Fanny una merce da “vendere in matrimonio” all’amico Slook, che, scoperta questa scorrettezza e scoperto l’amore che lega Fanny al “computista” Edoardo Milfort, riuscirà, portatore di una morale libera e del tutto contrastante a quella di Mill, a far sì che il contratto nuziale non sia firmato, permettendo invece le nozze tra i due innamorati.
Si tratta del riassuntivo argomento de “La Cambiale di Matrimonio”, la fortunata farsa di Gioachino Rossini, che firma quest’atto unico nel 1810, appena diciottenne, che anche allora fu salutato con grande favore dal pubblico e dalla critica.  

Enzo Dara sposta la scena dall’Inghilterra a Venezia, trasformando i servitori in divertenti “pulcinella”, che si muovono di qua e di là a mo’ della Commedia dell’Arte. Questo change di ambientazione è perfettamente riuscito, anche se forse toglie all’opera quel pizzico di critica che il compositore di Pesaro e il librettista Gaetano Rossi sembrano appuntare sulla rigida cultura inglese.

La scena, di gusto, è quella di una casa aristocratica, dove predominano un’infinità di scaffali, sui quali stanno appoggiati libri, stoffe... anche gatti, dei quali gli occhi brillano nella penombra. La scaffalatura centrale è mobile e sovente si apre per farci intravedere gli sfondi del canale dal quale Slook giunge. L’atmosfera veneziana è sbandierata, ne sono la dimostrazione le maschere utilizzare per i servitori e i gondolieri che appaiono al centro del palco. In alto pendono arazzi variopinti che completano la cornice della messa in scena.

Farsa estremamente divertente, è interpretata molto bene dai cantanti, sia dal punto di vista scenico che canoro. I ritmi comici sono ben rispettati ed è ottimo il lavoro dei due amici e allo stesso tempo contendenti – il cercato duello finale ne è una prova – Tobia e Slook, messi in scena da due tonalità che sono più vicine al baritono che al canonico basso, ma non per questo non ci hanno deliziato con una prova eccellente, strappandoci continue risa. Si tratta di Omar Montanari e Filippo Fontana. Sono proprio gli ambasciatori di quei due mondi, che per le loro incongruenze reciproche portano a far nascere il gioco comico con spiritosi equivoci. Edoardo Milford (tenore) e Marina Bucciarelli (soprano) formano l’altra coppia di cantanti: i due innamorati Edoardo e Fanny, bravi, con i loro fini timbri, a stare sul filo sottile bilanciato da una parte da un lirismo che sfiora il mélo, dall’altra dalla squisita predisposizione farsesca. Terza e ultima coppia in scena è quella composta dal maggiordomo Norton – Claudio Levantino - e dalla governante Clarina - Rossella Locatelli -, che, dalla parte dei due giovani innamorati, sono complici dell’intrigo che porterà al fallimento del piano di Mill. Il baritono e la soprano esprimono bene l’indole spiritosa, ma anche realmente fedele al sentimento di amore – si lascia intendere che questo sentimento sta per nascere anche tra loro – e di compassione per i due innamorati.

Il giovanissimo Lorenzo Viotti dirige con maturità e con tocco leggero l’Orchestra del Teatro La Fenice e la direzione si sposa a pennello con le voci dei personaggi e con l’andamento ritmico della vicenda, dando valore alla fluidità e limpidezza musicale rossiniana.
Una curiosità dal punto di vista musicale e musicologico è che subito dopo il primo duetto d’amore tra Fanny ed Edoardo “Tornami a dir che m’ami”, il clavicembalo, nel recitativo successivo, accenna il tema della tipica canzone veneziana “La Biondina in Gondoletta”, ripresa anche da Liszt per la sua “Gondoliera”.

In definita un bell’allestimento questo di Dara, allo stesso tempo originale e tradizionale, spiritoso e consistente.

Stefano Duranti Poccetti




ROSSINI "LA CAMBIALE DI MATRIMONIO"

Venezia: Teatro La Fenice
direttore: Lorenzo Viotti
regia: Enzo Dara
Scene: Stefano Crivellari
costumi: Federica Miani
luci: Elisa Ottogalli
durata complessiva: 1h15'
ULTIMO spettacolo:26/09/2015
Tobia | Omar Montanari
Fanny | Marina Bucciarelli
Edoardo Milfort | Francisco Brito
Slook | Filippo Fontana
Norton | Claudio Levantino
Clarina | Rossella Locatelli

direttore | Lorenzo Viotti
regia | Enzo Dara
scene | Stefano Crivellari
costumi | Federica Miani
luci | Elisa Ottogalli

Orchestra del Teatro La Fenice

 allestimento Fondazione Teatro La Fenice

produzione Atelier Malibran

La “Tosca” di Serena Sinigaglia al Teatro La Fenice. Un “terremoto” per parlare di un amore spezzato. Di Stefano Duranti Poccetti

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Teatro La Fenice, Venezia. Domenica 20 settembre 2015

Una pavimentazione instabile, piena di crepe, come a voler prevedere un terremoto imminente, terremoto che preannuncia la tragedia, la tragedia della morte di due innamorati.
Una scena di Maria Spazzi sicuramente adeguata, una giusta metafora per parlare di “Tosca” e di un amore spezzato dall’arroganza del potere.
Troppo celebre l’argomento dell’opera pucciniana, ma non sarà inutile riassumerla per rinfrescare la memoria. Si tratta di un'opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, rappresentata per la prima volta nel 1900. Siamo nella Roma del 1800, dopo il fallimento della Repubblica Romana, quando i sostenitori della repubblica e dei volteriani sono perseguitati dallo Stato Pontificio. Accade che il repubblicano Cesare Angelotti, fuggito dalle carceri, viene aiutato e nascosto dal pittore Mario Cavaradossi e dalla sua amante Tosca. Il barone Scarpia, capo della polizia pontificia, scopre tutto e, innamorato anche lui della donna, cerca di approfittare della situazione per averla, le promette infatti che se lei gli si concederà Mario sarà liberato. Tosca infine accetta, l’ordine di liberazione viene dato e, proprio nel momento che Scarpia sta per possederla, ella lo uccide con un coltello da cucina. In realtà si capisce che la promessa di Scarpia è fasulla e Mario viene realmente fucilato, come tutti gli altri prigionieri e la stessa Tosca si suicida, non immaginando una vita senza il suo amore.

Una scena in perenne terremoto quindi, che diventa a seconda l’atelier pittorico di Mario, il salotto di Scarpia, il carcere pontificio. Gli stessi elementi scenici fanno pensare a un paesaggio in rovina: così il cavalletto in equilibrio precario e la corrosa, semidistrutta cancellata del primo atto, così la tavola da pranzo di Scarpia nel secondo, a cui sono rimaste solo due gambe (nel terz’atto la scena si spoglia di oggettistica per rappresentare la desolazione delle carceri). E così, per rinforzare ancora di più quest’atmosfera di tragedia, il disegno luci privilegia l’ombra alla luce e gli stessi costumi di Federica Pionissi sono in linea con la tragicità del dramma.

Una regia ben collaudata quella di Serena Sinigaglia, ottimo lavoro, che, unito alla riuscita direzione orchestrale di Riccardo Frizza – pulita, emotiva, attenta agli accenti tragici senza trasformarli in patetici, attenta anche a farci sentire con chiarezza e limpidezza ogni singola nota pucciniana, che anche negli stessi recitativi è estremamente innovativa per l’epoca -, alla guida dell’Orchestra del Teatro La Fenice, dà luogo a un’interpretazione d’insieme corale e credibile.

Bene anche le voci, unica pecca è che la dizione Svetlana Kasyan, nel ruolo di Tosca, non è perfetta, la soprano però rimedia a questo difetto con una sonorità vocale attraente, con una discreta capacità teatrale e con una fisicità adatta all’impavido personaggio.  
Mario Malagnini è un credibile Cavaradossi, uomo di valori, fedele all’arte, all’amore, alla libertà e agli ideali repubblicani e ben interpreta, grazie a una voce che oscilla con sapienza tra i piano e i forte, tra lirismo e vulcanismo, un temperamento ribelle che non ha intenzione di piegarsi neanche davanti alla morte.
Al tenore e alla soprano si scontra il baritono Angelo Veccia, uno Scarpia viscido e ingannatore, una creatura demoniaca, infernale, che costringe i protagonisti a muoversi in un paesaggio terremotato e distrutto, da lui stesso creato. Una voce profonda e diabolica, perfettamente adatta per il ruolo dell’antagonista: è forse l’interpretazione di maggiore spessore tra le tre principali.  

In definitiva un’ottima “Tosca” quella vista alla Fenice, una “Tosca” che non arriva mai al patetismo e che tramite la metafora di un mondo in fase di distruzione, sa raccontare la storia di un amore spezzato.

Stefano Duranti Poccetti



PUCCINI "TOSCA"


Venezia: Teatro La Fenice
direttore: Riccardo Frizza
regia: Serena Sinigaglia
scene: Maria Spazzi
costumi: Federica Ponissi
durata complessiva: 2h45'Atto I: 0h45'intervallo: 0h25'Atto II: 0h40'intervallo: 0h25'Atto III: 0h30'DATA, ORA E TURNOACQUISTA
ULTIMO spettacolo:02/10/2015

  
personaggi e interpreti

Floria Tosca | Fiorenza Cedolins (29/8; 2, 13, 16/9)
                       Svetlana Kasyan (4, 20, 22, 25/9; 2/10)

Mario Cavaradossi | Stefano Secco (20, 29/8; 2, 13, 16, 22/9)
                                 Mario Malagnini (4, 20, 25/9; 2/10)

Il barone Scarpia | Marco Vratogna (29/8; 2, 13, 16/9; 2/10)
                                Angelo Veccia (4, 20, 22, 25/9)

Cesare Angelotti | Cristian Saitta
Il sagrestano | Enric Martinez-Castignani
Spoletta | Cristiano Olivieri
Sciarrone | Armando Gabba
Un carceriere | Giampaolo Baldin (29/8; 4, 16, 22/9; 2/10)
                         Enzo Borghetti (2, 13, 20, 25/9)
Un pastore | Maya Alzetta / Laura Franco
                         
maestro concertatore e direttore | Riccardo Frizza
regia | Serena Sinigaglia
scene | Maria Spazzi
costumi | Federica Ponissi

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Ulisse Trabacchin

Piccoli Cantori Veneziani
maestro del Coro Diana D’Alessio

con sopratitoli in italiano e in inglese

allestimento Fondazione Teatro La Fenice

Il giovane cantautore Giuliano Crupi e il suo primo album “Possibilmente Guardo il Cielo”

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Dopo il lancio del primo singolo “La Principessa e il Rospo”, che ha avuto impatto positivo su critica e pubblico, esce  lunedì  28  Settembre  2015  in  tutti  gli store digitali “Possibilmente  Guardo  il  Cielo”, il primo album del cantautore Giuliano Crupi, classe 1986, prodotto dal Maestro Maurizio Filardo per l’etichetta Mafi Srl. L’album  è  composto  da  dieci  brani  e sarà  lanciato  dal  videoclip del secondo  singolo “Merito più di te”,  realizzato  e  montato  da  Francesco  Salemme  e  Giuseppe Treppiedi con la collaborazione di Younuts e disponibile su youtube e in tutti gli store digitali da lunedì 28 Settembre 2015.


Ascoltate “La Principessa e il Rospo”…



BARNUM SEMINTEATRO. Una nuova stellina nel firmamento off. Di Paolo Leone

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Venerdì 25 settembre ha visto la luce una nuovissima realtà off nel panorama teatrale romano. Nel popolare quartiere della Garbatella, in via Adelaide Bono Cairoli 3, il Barnum SeminTeatro del direttore artistico Gabriele Mazzucco ha inaugurato il suo spazio rimesso a nuovo e contestualmente ha presentato alla stampa ed al pubblico accorso numerosissimo nella piccola sala (un bel segnale), il suo primo cartellone per la stagione 2015/2016: La porta di Alice. Tra i presenti, è intervenuto il Direttore del Teatro dei Conciatori, Antonio Serrano, che ha voluto salutare ed incoraggiare i giovani che tanto si sono impegnati per la nascita di questo nuovo e suggestivo spazio. Sala gremita, giornalisti, amici e curiosi hanno conosciuto i protagonisti della stagione che inizierà ufficialmente il 2 ottobre con il primo spettacolo. Una nuova, piccola luce, brilla nel firmamento del mondo off. Il Corriere dello Spettacolo augura le migliori fortune a tutto lo staff. Di seguito, pubblichiamo la mission del teatro e l’intero cartellone.

Paolo Leone



LA PORTA DI ALICE
Una caduta. Un viaggio dal mondo reale a quello fantastico: la perdita dell’equilibrio, della stabilità, della rassicurante terra sotto i piedi; una pericolosa, disperata, incerta caduta.  
Cade il mondo, quel mondo che ci è stato promesso, quel mondo che credevamo solo nostro e che c’è stato sottratto nonostante pensavamo ci spettasse di diritto.
Cade anche Alice, cade ogni volta che ci ricordiamo la sua storia.
La nostra cultura che tende al paradiso ed associa al cielo tutte le bellezze possibili eppure, proprio da certi piani alti, deve difendersi.
Cade Alice per raggiungere quel “Paese delle Meraviglie” fatto di ambigue, fantastiche, rischiose, bellissime novità.
Cadiamo noi nel nostro piccolo, sconfinato sottosuolo ed invitiamo voi.
Gli incontri improbabili ed irreali di una bambina, come il nostro incontrarci in un contesto tanto reale quanto aperto alla ricerca affamata dello straordinario.
La nostra “Porta d’Alice” è una porta sulla strada, direttamente legata alle abitazioni, ai passi sul marciapiede, alle auto parcheggiate. Scendere pochi scalini per uscire dal mondo reale e scontrarsi con un altro mondo fatto di meraviglie che all’uomo appartengono per diritto di nascita, ma che qualcuno sta provando a cancellare dalla nostra consapevolezza: la condivisione, il racconto, lo scambio di sentimenti, il sostegno, la crescita, il sentirsi parte di una comunità, la ricerca del bello, l’errore, l’errore, l’errore. Emozionare, emozionarsi, fare compagnia, farsi fare compagnia, senza più sentirsi soli, migliori.
Saranno il tema centrale della storia che andremo a raccontare insieme:  il teatro, la scrittura, l’essere umano, rivelate al pubblico, sempre al fine di farlo sorridere. 
Risate mai banali che sappiano nascondere verità come quelle del Cappellaio Matto o risate enigmatiche simili a quelle regalate ad Alice dallo Stregatto, a volte severe come seppe fare il Brucaliffo o dolci come quelle strappate dal Bianconiglio. 
Ad aiutarci in questo progetto un gruppo di coraggiosi compagni di viaggio che ci allieteranno con il loro talento e le loro personalità tutt’altro che ordinarie.
Artisti ed amici capaci di saper “cadere”  ogni sera nel nostro mondo pur di raccontare le loro meraviglie da condividere con il pubblico.
Un grazie incredibile va a tutto lo staff artistico e tecnico del Barnum Seminteatro. Un grazie “Meraviglioso” extra a  Federica, Chiara F., Paola e Chiara B. che hanno dimostrato quanto tutto in questo mondo possa diventare possibile se lasciato in mano alle donne. Un grazie particolare a voi tutti  che ci seguite con stima ed affetto:  rendete possibile questa piccola realtà così diversa, ogni volta che ne prendete parte con la vostra presenza.
Grazie.
Il direttore artistico, Gabriele Mazzucco.

Programmazione
OTTOBRE: 2 e 3 / 16 e 17 Non me lo posso proprio perdere , con Teo Guarini. Regia di Gabriele Mazzucco.
NOVEMBRE: 15, 26 e 27 M’iscrivo ai terroristi, di Gabriele Mazzucco. Con Andrea Alesio, Teo Guarini, Chiara Fiorelli. Regia di Gabriele Mazzucco.
NOVEMBRE: 20 e 21 Il tuono. Il lampo, di Gianluca Pesolillo. Con gli attori della Compagnia Artisciò.
DICEMBRE: 11,12 e 13 L’importanza di non essere juventini, di e con Fulvio Maura ed Angelo Sateriale.
DICEMBRE: 18 e 19 (fuori cartellone) SAGGIARTI(con gli allievi della scuola di recitazione e scrittura)
FEBBRAIO: 5 e 6 Famosa, di e con Alessandra Mortelliti (Produzione Ass. Cult. 15 lune) con il patrocinio di MIT – Movimento Identità Transessuale. Finalista concorso letterario “Per voce sola 2010”
FEBBRAIO: 12 e 13 S’amavaNO, di e con Enrico Maria Falconi e Martina Mazza.
FEBBRAIO: 21,27 e 28 Sketch anarchici,scritto e diretto da Gabriele Mazzucco. Con Andrea Alesio, Paola Raciti, Teo Guarini.
MARZO: 11 e 12  La storia de Giulietto, de Marisa e della mano in chiesa, di e con Elisabetta Tulli. Alla fisarmonica Cristiano Lui. Regia di Mauro Simone.
MARZO 18 e 19 Rapida People Collection,di Gabriele Mazzucco. Con gli attori della Compagnia Artisciò.
APRILE 15 e 16 La storia di mezzo, di Gabriele Mazzucco. Con Andrea Alesio, Federica Orrù, Teo Guarini, Paola Raciti, Chiara Fiorelli.
MAGGIO 27 e 28 Di Robert Allen Zimmerman o di Bob Dylan (prosa e musica) con Augusto Acciari e Teo Guarini.


Storia e filosofia: un'alternativa di ampliamento nei corsi di studio, guardando al bisogno della società odierna. Di Giuseppe Sanfilippo

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Molte volte ci capita di parlare dei corsi di studio in storia e filosofia in generale, che talvolta nella nostra società forse vengono poco considerati o presi come discipline inutili, nonostante oggi ci basti navigare su internet e vedere che la filosofia non viene solamente concepita come un percorso per insegnare a scuola o all'università, bensì si guarda oltre, a un suo ritorno all'origine e quindi a un suo utilizzo pratico, ad esempio come pratica di consulenza filosofica alla persona. Ma la filosofia non si dovrebbe fermare qui e tanto meno bisogna considerare la storia una semplice disciplina inutile. La loro utilità andrebbe estesa e presa in considerazione come strumento possibile per affrontare le difficoltà odierne, le stesse che trovano le aziende, il nostro sistema economico, politico, lavorativo. In tale prospettiva la storia e la filosofia ci possono condurre alla elaborazione di nuovi approcci per costruire un nuovo sistema economico e politico, se vogliamo considerare che questo va rinnovato e rivisitato, e allo stesso tempo creare delle nuove modalità di lavoro. In questo panorama la filosofia è importante, perché senza filosofare non c'è riflessione e se non c'è questa non ci sono nuove idee e tanto meno nuovi ideali. 
Credo che i momenti di crisi  richiedono la ricerca di nuovi approcci e nuovi sistemi da fondare, aggiungendo a questi la necessità di riprendere l'etica e la morale, che sembrano ormai state messe nel dimenticatoio, qui dove economisti, produttori e attuali politici non bastano per costruire il nuovo o affrontare le problematiche odierne; c’è bisogno quindi  della storia e della filosofia, che devono essere messe a disposizione di tutti i settori e che dovrebbero fare parte del percorso di studi di tutte le università, dall’economia alle scienze politiche... perché come sempre c'è bisogno di storia in quanto contenitore di bagagli del nostro passato e della nostra identità e non solo, infatti  attraverso la storia possiamo rintracciare i momenti di crisi e i modi di affrontali oppure gli errori che ci hanno condotto a oggi... tutto questo è utile per trovare delle nuove idee per creare delle attività lavorative; la filosofia invece porta alla riflessione e alla ricerca di nuove elaborazioni e proprio oggi c’è bisogno di questo, in tutti i campi, dall'industria alla politica, all’economa, all’assistenza sociale e anche al settore culturale. ribadisco quindi l’importanza di inserire nei corsi di studio, in particolare universitari, la storia e la filosofia. Dunque, a mio giudizio, le Istituzioni, e in particolare il Ministero della pubblica istruzione, dovrebbero abilitare i dipartimenti universitari dei corsi di storia e filosofia ad inserire oltre i corsi classici anche altri curriculum di studio, ad esempio uno in laurea in “Storia, filosofia e in politica per l'organizzazione amministrativa”, ossia un corso associato ai corsi di scienze politiche. In tale corso ovviamente, oltre a studiare politica, si studia filosofia in rapporto al suo ruolo fondamentale nella politica e ovviamente si studia anche storia. Insomma, si potrebbe formare così degli esperti delle scienze politiche, che sono anche filosofi e storici oppure dei pensatori politici veri e propri o perlomeno stimolare i futuri dottori a essere individui pensanti.
Un altro corso potrebbe essere quello in “Storia, filosofia per l'economia e gestione dell'impresa”. In questo caso parlo di un corso in economia associato alla filosofia e alla storia, perché le imprese non hanno bisogno solamente di economisti, ma anche di filosofi e storici.
Tale discorso lo potremmo fare anche in altri ambiti, ma fermiamoci qui con gli esempi. Direi che le università o i corsi di studio in scienze umane potrebbero avere all’interno diversi indirizzi in relazione al bisogno giornaliero della società e dell’epoca,  la stessa che ha bisogno di una rivoluzione culturale e modernizzazione di ideali e valori. È bene comunque sottolineare che non sarebbe un corso di studi specifico o aggiuntivo che ci porterebbe alla riflessione; l'essere umano è di sua natura un essere riflessivo, però l'istruzione o un percorso filosofico sono comunque un bene culturale che ci può servire molto nella vita. Tra l'altro esplorare diversi orizzonti fa bene, perché otteniamo sempre più conoscenze e possibilità di creare nuove idee.
In questo scritto in ogni modo esprimo una mia considerazione che non per forza vuole essere una prospettiva valida, però credo nella suprema importanza della filosofia e della storia, che sono beni culturali da custodire e considerare come beni utili all'uomo.  


Giuseppe Sanfilippo
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